17 mar 2008

Walter Live in Monza


WV come sapete è di queste lune in tournée nel nord Italia, infido luogo abitato da un'antropologia bizzarra ma produttiva che misura se stessa, all'interno del branco di riferimento, attraverso l'altezza delle gomme del Suv: un metro al garrese è lo sbarramento di inclusione sociale per i circoli dell'eppiàuar. Ai nordisti piace di solito la Svizzera, perché pulita fuori. Si ispirano ad essa nella politica dell’immigrazione e nell’ideale del segreto bancario. Su queste forti basi ideali prolifera il centrodestra post-democristiano tenuto insieme in Lombardia dal collante proteico ciellino-opusdeico formigoniano che tutto nomina e benedice.
Ovviamente non tutti sono così da queste bande. La semplificazione, mi sia consentita, restituisce una linea di tendenza, forse una moda o una mediana direbbero gli statistici. Fatto sta che i luoghi comuni (i lettori di Cuore ricorderanno il puttanone di Gino e Michele) sono non di rado pieni di verità. Chi come me viaggia spesso in Italia per lavoro sa benissimo che a Napoli la gente non indossa il casco e va in contromano abitualmente, che a Roma o in Sicilia l'orario degli appuntamenti è un’approssimazione aleatoria, un orientamento di massima, che a Bolzano la gente ti parla in tedesco a prescindere, e così via, l'elenco potrebbe continuare a lungo.

Torniamo però a WV, detto formaggino ai tempi della Fgci, che sbarca quindi in Lombardia a fine Quaresima. Allora io e il mio amico Davidone decidiamo che bisogna andare, anche se lui è stanco perché la mattina ha portato, fin su al quinto piano, un centinaio di pezzi di legno che andranno brillantemente a costituire la nuova libreria del suo soggiorno. Si va a Monza, un luogo che fa più o meno gli abitanti del Molise e che, ci mancherebbe altro, si sta costituendo in Provincia (c'è la targa MB, cioè Michela Brambilla). Una Provincia non si nega a nessuno, in Sardegna ne hanno fatte quattro nuove nuove, peraltro difficilissime da ricordare, ma vuoi mettere quanti posti di lavoro: c’è da fare il tribunale, la camera di commercio, i consorzi, chissà forse il Pra, l’Aci, insomma un tripudio di produttività negli organi vari di gestione. Il comizio (si può dire ancora comizio?) si svolge davanti alla Villa Reale, in uno spiazzo che fa un po' cimitero con la ghiaietta sotto i piedi. Alcune militanti che sembrano hostess dell'Alitalia girano a raccogliere fondi con una cassetta al collo, tipo omino dei gelati a San Siro, sulla quale c'è scritto "Si può dare". Niente male l’umorismo, si vede che l’aria è cambiata. Noi però non ce la sentiamo di finanziare in questo momento, tra poco avremo spese significative e quel porco di Trichet non abbassa i tassi a cui sono legati i nostri rispettivi mutui Ing quelli della zucca. Quindi, a pagare gli alimenti al Piddì provvederà Colaninnomatteo nel breve, speriamo, coi soldi che il padre ha fatto vendendo la Telecom ad Afef. La gente è un po' poca obiettivamente per essere sabato, direi pensionati Cgil, qualcuno dell'ANPI, qualche fricchettone, dipendenti pubblici, alcune giocatrici di bridge, poche parrucchiere, nessun immigrato. Su Repubblica di oggi si legge, in un simpatico specchietto, che ci sarebbero state 3000 persone, un dato molto divertente, in realtà ho visto più gente dal mio ortolano al sabato ma comunque se serve a dare fiducia al popolo democratico va bene uguale, sentiremo la questura (e gli organizzatori). Formaggino quindi ci passa accanto e io evito di fare la foto col Nokiaziendale perché non si sa mai. Mi viene in mente quella volta che sono stato al Quirinale invitato a un concerto delle celebrazioni mozartiane e alla fine ho stretto la mano a Carlazegliociampi dopo avergli fatto la foto col Nokiaziendale appunto. Poi mi sono un po’ vergognato e allora questa volta ho messo a frutto l’insegnamento. Parte la canzone di Jovanotti sulla fiducia che è bella, penso, come inno, più della Canzone popolare di Fossati di qualche anno fa per l’Ulivo che a me mica mi è mai piaciuta, e portava anche un po’ sfiga (dall’ “Alzati che si sta alzando”di allora al “Rialzati Italia” di oggi, la ginnastica elettorale non passa di moda).

Ma non vorrei dilungarmi troppo e vado al sodo. Prima considerazione: sembra ottimista, cioè pare ci creda davvero, ride, fa battute, parla del sol dell’avvenire. Mi pare quindi che non sia troppo cosciente, perché a guardare i dati di finanza pubblica, la situazione internazionale, il global warming, la Juventus e Tiago in particolare, forse ti aspetteresti qualcosa di più realistico, dopotutto non sono né un bambino del nido né sto a un concerto di Springsteen o a sentire Bergonzoni, sto invece cercando di capire cosa vuol fare Formaggino se vinciamo le elezioni (vabbè dico così per ipotesi di scuola). Cioè siamo lì in due, seri e preoccupati, pronti anche a fare nuovi sacrifici per un futuro migliore. Invece no: lui dice proprio che taglierà le tasse, un punto, due punti, tre punti altro che Danilo Gallinari. E poi però ci saranno più servizi alla persona, perché, ecchecazzo, siamo di sinistra o no? E quindi "non si lascia solo nessuno": vecchiette, immigrati, disabili, miopi, brufolosi, tutti nel lettone insieme a farsi fare le coccole dallo stato sociale all’ora del lupo. Ecco che cita Kennedy (Bob), Olof Palme, Martin Luther King, Aldo Moro, Rabin e penso: ma uno che non gli hanno sparato niente eh? Senza dimenticare che ci hanno fatto fuori pure un Re all’inizio del secolo scorso a Monza. Vabbè. Poi, finiti i Sepolcri, dice che i giovani di oggi vivono in una condizione mai vissuta da nessuna generazione precedente e che una vita come questa non vale la pena di essere vissuta. Allora penso: Ma dài!!! Se Formaggino chiedesse a un precario di oggi di andare, che so, in Russia a fare la guerra, come capitò ai nostri vecchi allora giovani, oppure gli proponesse una bella carestia in Uganda, ma anche forse solo lo invitasse a fare una settimana di lavoro in risaia al precario gli torna subito il sorriso e gli fa cucù. Poi tira fuori l’altra questione delle donne e dei giovani e della percentuale di candidati e candidate così e colà e a me ‘sta cosa mi fa venire i nervi e allora fischietto per non ascoltare. Ed è il turno poi dell’ascensore sociale che non funziona più e che il capo attuale dell’opposizione (non si deve mai citare il nano per nome) dice: meno male che è guasto e allora tutti su per le scale e col cìpput che il figlio dell’operaio diventa avvocato (notaio, si sa, è impossibile). Formaggino invece sogna proprio un paese in cui il figlio dell’operaio può fare l’avvocato, invece io e Davidone sogniamo il contrario cioè un paese in cui finalmente il figlio dell’avvocato possa fare l’operaio senza sentirsi per questo un reietto o che debba fare l'operaio invece che farsi di coca ai festini con i trans se si capisce subito fin dalle medie che è un cazzone.

Ma la mafia?... non pervenuto. Che so il Tibet?... Nahhh. L'eutanasia?.... Scusa? Le coppie di fatto? Le staminali? L'inquinamento? La riforma dell'università e soprattutto dei baroni che le occupano?...L'informazione?...... Tranquilli, va tutto bene, tutto bene...

Poi riparte l’inno, che ci dice che ci fidiamo di lui e vabbè, noi lasciamo il piazzale coi carabinieri, malinconici e condannati a mangiare la minestra meno grama, specchio di un deserto culturale e politico che anno dopo anno allontana il miraggio di un Paese normale.

Ma va bene così, ognuno va incontro al suo destino, col sorriso però.

5 commenti:

idiota ha detto...

Ciccio, la prossima volta mi ci porti pure ammè?

idiota (nick)

Massimiliano ha detto...

vediamo se fai il bravo, dovrebbe tornare tra noi mi pare l'11 aprile in piazza Duomo..

Giorgio ha detto...

Max!
Anch'io l'ascensore sociale me lo aspetterei al contrario. E mi sono troppo divertito a leggere di te e di David, e vorrei sentire anche lui cos'ha da dire a riguardo.

Anonimo ha detto...

Caro MV, anch’io ci ho provato ad andare a sentirlo, Uolter, nel mitico North-east. e sono riuscita a convincere anche i miei bambini di 4 e 6 anni. Come ho fatto? prima ho provato con la promessa di bandierine e palloncini, poi li ho tentati con patatine e coca-cola, ma niente. Così sono passata agli argomenti: "se non andiamo lì non vince, e poi l'Italia diventa un paese sempre più povero e ci tocca andare lontano per trovare un lavoro per comprarci da mangiare".
A questo punto il mio Grande quasi in lacrime mi ha detto: "mamma, voto partito demotratico"(letterale). Il Piccolo ovviamente si è adeguato al suo vero Grande Fratello senza fiatare. Con qualche dubbio sulla valenza educativa del mio operato sono arrivata alla piazza ma non c'erano nè bandierine, nè patatine, nè palloncini, nè Uolter, che per minacce di maltempo era andato in teatro. La folla accorsa era così tanta che non siamo riusciti nemmeno ad entrare. Alla vista del camioncino di SKY il Grande si è illuminato sperando almeno nei cartoni animati, ma anche su quel versante niente da fare...
Non è stato un grande inizio di campagna elettorale…Ma la promessa di mamma va mantenuta: e così mi sto impegnando per organizzare nella piazza del nostro paese un banchetto elettorale con tutto quello che avevo promesso…ma non raccontatelo al coordinatore del circolo del PD, lui è proprio convinto che l’Italia nuova la facciamo con i palloncini…

comasca ariosa ha detto...

De-li-zio-so!