26 feb 2008

La rivoluzione siciliana

Lo spunto per scrivere qualche pensiero magro viene in questi giorni dalla vicenda Micciché. La questione siciliana è dunque, come era nelle facili previsioni, rientrata. Si possono tirare fuori i cannoli e annunciare che tutto è come prima fortunatamente per i siciliani. Il buon Micicché, sì quello che si faceva portare la cocaina al ministero (quand'era viceministro dell'economia, purtroppo le sue prestazioni politiche nonostante il doping non sono mai migliorate) ha ottenuto in cambio quello che voleva, cioè la promessa di un ministero da Silvio36 in cambio della fine della commedia.
In Sicilia cambierà dunque il nocchiero, arriva Raffaele50, perché Totòcuffaro58 pareva impresentabile, non moralmente ma tatticamente, questo è ovvio. Anzi a me spiace anche un po', tra Lombardo50 e Totò58 preferisco il secondo, più spontaneo, più folkloristico (insomma mica tanto in realtà). Il catanese invece è un saladino, aguzzo e acuto, Terminator del consenso, coinvolto in losche storie, ma su questo le pagine dei giornali (non tutti ovviamente) hanno già regalato quanto basta per mettersi le mani nei capelli. La quantità di posti di lavoro che dà in cambio al territorio gli garantisce rielezione perpetua in qualunque competizione elettorale affronterà in futuro: dall'assemblea condominiale all'Onu se mai pensassero di regolarne l'accesso via voto. Una vera azienda che prolifera nel medioevo socioeconomico dell'Isola. Ovviamente sono posti di lavoro sulla carta, nessuno è poi obbligato a darsi da fare, lo stipendio magari basso arriverà comunque. Tanto poi il conto lo paghiamo noi (peccato che Bossi o Maroni non dicano niente di questa bella alleanza con Lombardo, sarà forse il nome? Invece i media sono pieni degli strali della Chiesa contro i radicali, incredibile l'informazione in Italia!).
Riflettevo stamattina mentre mi versavo i cereali: uno si faceva di coca ancorprima che il brillante Sircana andasse per viados, quell'altro ha pasturato per anni con la mafia, questo nuovo è stato in carcere per avere preso soldi da Pellegrini (l'Ernesto, mitico presidente di un Inter che faceva sognare e divertire a patto di non essere interisti) per una questione di mense all'ospedale di Catania (poi fu assolto perché i giudici non le considerarono tangenti ma semplici regali). Beh in un posto normale l'opposizione vincerebbe col 101%, invece no. Qui anche se la Finocchiaro si è fatta crescere i baffi per sembrare più uomo, vincerà Lombardo perché è quello che offre di più; in una concezione della politica che trasforma il diritto in favore, il dovere in eventualità, lui si sostituisce al Borbone di un tempo, al Cuffaro di ieri. Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi, ci insegnava Tomasi, adesso invece non è neppure necessario, basta poco poco, un piccolo lifting in day hospital, appunto.

19 feb 2008

Il tram dei Casini


Seguendo i saggi insegnamenti di Mitridate, ieri sera prima di andare a letto ho acceso la Tv pensando: la campagna elettorale è ancora lunga e quindi, per arrivare immune alla sfida finale nella guerra degli ONI (silvio+walter uniti nell'omoteleuto e forse non solo) occorre che ti succhi una minima dose di veleno nel percorso verso l'assuefazione. Quindi cerco come Raskolnikov la mia colpa e vedo cosa offre il menu dell'insetto indicibile su raiuno. Appaiono come due eterei efebi il Gigante Grissino, già immeritatamente noto come cicogna, e il Piercasini, Pier 55, l'opossum del centrismo, epigono del mitico Arnaldo Forlani, che si appresta a vivere, forse, la sua ottava legislatura. Quindi mi sono detto: 5 minuti 5 e poi a nanna. Già al 3' ero in crisi, messo ko dal Grissino che sembrava fatto di oppio, deve essere stato il suo viaggio in Birmania come inviato speciale dell'Ue, sembrava vedesse i porcellini rosa nella telecamera. Lo dico con dispiacere ma Vasco Rossi al festival di Sanremo nel 1983 (per chi se lo ricorda) al confronto sembrava più presente. Poi il Pier: se uno non avesse saputo dell'ultima svolta solitaria centripeta avrebbe pensato a un sosia. Si scaglia contro tutti, centrodestra, centrosinistra, la partitocrazia, le promesse elettorali, incredibile lui il capo (sulla carta) di Totòcuffaro58 un Savonarola impazzito immemore del suo ieri, anzi meno, del suo quarto d'ora fa. Penso per un attimo che è pazzo, poi penso che no, è semplicemente Pier 55 al Muppet Show della politica italiana e ne ho la conferma quando interrompe Barenghi che sta cercando di fargli una domanda e con la faccia delle grandi occasioni, dopo aver controllato che il pelo sulla testa sia a posto, parte con la frase clou della sua serata, quella che gli consentirà di superare lo sbarramento del suo quoziente intelletivo al 4%, "beh se mio padre avesse avuto le ruote io sarei un tram". No Pier, mi spiace il proverbio non è così, certe funzioni purtroppo non sono ereditarie

13 feb 2008

Da sempre tutti stanno dietro alla Ferrari



Vorrei fare qualche considerazione sulla vicenda di Don Anselmi e della ormai famosa scena del film Caos Calmo ("osé" l'ha chiamata il giornalista David Sassoli in un'intervista a Moretti, me l'ha riferito il mio amico omonimo, David).
Bene, non intendo soffermarmi sul fatto che la chiesa abbia il diritto bla bla di dire la propria bla bla su tutto bla bla, d'altronde dato che il francescanesimo non è più di moda qualcosa dovranno pur fare tutto il giorno ed è meglio che parlino piuttosto di dedicarsi ad attività più pericolose per i bambini.
Vorrei approfondire però due cose.
La prima è che leggiamo sempre notizie di terza mano e sarebbe invece il caso che chi si occupa di informazione professionalmente ci consentisse (anche) di andare alla fonte. Vi invito quindi a verificare in prima persona a questo link cosa effettivamente ha scritto il don. Mi piacerebbe partire da qui infatti per osservare come poi le dichiarazioni, le citazioni, le controrepliche prendano una vita autonoma e portino al gioco del telefono senza fili. Ora, avete letto? Bene.
Pare evidente che il tipo il film non l'ha neanche visto. Pensate quindi: pagine di giornali e minuti di notizie Tv per rispondere o amplificare le opinioni (peraltro in una newsletter) di uno che neanche sa di cosa parla! Tra l'altro lui voleva andarlo a vedere veramente il film perché aveva capito che c'era una scena osé tra Moretti e Ferrara, poi invece gli hanno detto che era Ferrari con la "i", quella di Sapore di Mare, la donna, e allora alla fine è stato a casa a vedere Otto e mezzo. Tra l'altro, se andate qui a questo link c'è una roba (in alto a destra "schede") divertentissima curata in pratica dalla Cei che neanche le Recinzioni di Johnny Palomba ti fanno così ridere.
La seconda che mi ha veramente, tra le altre, lasciato basito (ma coerente con un don che pare aver fatto carriera) è questa: "da un bravo regista e coraggioso idealista come Moretti e da un volto sensibile e delicato come la Ferrari mi sarei aspettato una scena romantica, soffusa, tenera… magari un momento d’amore aperto alla vita, ad un figlio"(i puntini di sospensione dopo "tenera", da leggersi come un miagolio del don forse, sono nel testo originale).
Mi pare ovvio che il ragazzo si sia fatto di incenso e forse non solo prima di scrivere. Capisco che sia suddito di un'organizzazione che considera le donne come esseri inferiori, e membro (absit iniuria) di un club di maschietti che verrà studiato dagli antropologi del XXII secolo come caso unico e irripetibile di presunta autosufficienza in svariati campi, ma pensare, e soprattutto scrivere, che da una faccia dolce ti aspetti bacini e carezze, mentre lombrosianamente, che so, dalla Bonino le peggio porcate, mi pare molto più scandaloso del resto.
Io ammiro molto chi, nei diversi ruoli, dentro questa chiesa di oggi trova ancora la forza di volere cambiare le cose da dentro. Trovo sia sempre giusto crederci soprattutto quando si è tentati di non farlo più.

11 feb 2008

Veltronando/2


WV è quindi partito da Spello. Un bel posto, anche se dopo mezz'ora non sai più cosa fare a meno che non sei in vacanza con una gamba rotta e Anna Karenina da finire. Significativo in cronaca anche per il fatto che si è appena inaugurata la mostra dedicata al Pintoricchio (lì e a Perugia). Nella locale chiesa di Santa Maria Maggiore c'è la Cappella Bella da lui affrescata, chi va da quelle parti non dovrebbe perdersela. Insomma i temi suggeriti dalla location erano: il rinascimento (della sinistra o del centro non so), gli ulivi (l'Ulivo), il cielo vero (contro quello finto delle convention degli altri). Il senso era che l'Italia "che ce la fa" deve ripartire dalla cultura, dal paesaggio, da quelle radici nobili che hanno fatto del nostro un Paese conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Allora ho provato a vedere il comizio, su Nessuno Tv, ma confesso che mi sono annoiato e dopo 10 minuti sono andato al parco. Sarà stato lo sfondo da effetto-Intervallo, la sua pappagorgia che col vento quasi ondeggiava o il fatto che leggeva come in chiesa, non so bene, ma ho pensato che sembrava tutto troppo costruito, troppo retorico. Pareva un assessore comunale alle celebrazioni del 25 aprile più che un capo di governo. Dai Walter non te la prendere, magari se pioveva sarei rimasto lì a sentirti lo stesso.

8 feb 2008

FDG


Il titolo di questo blog, pensierimagri, è ovviamente (come quasi tutto) una citazione. Viene da una canzone, un piccolo gioiello per quanto triste, che FDG '51 scrisse a 23 anni e che trovate se vi interessa nell'album Francesco De Gregori. Ah, si chiama Souvenir e nel 33 giri se ricordo ancora bene era l'ultima del lato 2 (detto anche B-Side). Se girate oggi il CD ovviamente non si sente niente, ma a me piaceva di più quando ribaltavo con mossa abile il vinile, facendolo ruotare tra pollici e indici dopo che il braccio era tornato morbido e rassicurante al suo posto (l'autoreverse delle cassette non mi piaceva per niente soprattutto quando andava in modalità loop ed era un eterno ritorno se non avevi voglia di alzarti a spegnere lo stereo).
A me l'album in questione piace proprio tanto. Anche a Davidone, con cui cantiamo spesso FDG per la gioia di grandi e piccini, piace tanto perché siamo molto simili nell'animo e queste 11 canzoni sono prevalentemente tristi, di un triste però positivo che ti dà la spinta per allontanartene (perché comunque ti viene un po' da dire: speriamo che non mi venga mai in mente di scrivere canzoni così altrimenti vi autorizzo ad abbattermi). Beh insomma, ieri sera sono andato a sentire proprio FDG a teatro che è meglio dei vari PalaPala in cui fa freddissimo o caldissimo e poi ci si disperde un po'. Speravo facesse Bene o Le informazioni di Vincent, oppure Giorno di pioggia invece niente, era troppo allegro per cantare cose tipo: "...E adesso puoi richiuderti nel bagno a commentare le mie poesie però stai attenta a tendermi la mano, perché il braccio non lo voglio più" o magari " ...Grazie per l'invito sì, stasera non ho voglia di vedere gli incidenti stradali lungo il fiume". Giuro sono veramente così i testi non è uno scherzo.
Erano gli anni 70, bellezza, e non ci puoi fare niente. Niente...
Tutto questo però era per scrivere una cosa che mi veniva in mente ieri sera mentre ascoltavo FDG, cioè che nei suoi testi c'è un uso smodato dei mezzi di trasporto: navi (Titanic, I muscoli del capitano, L'abbigliamento di un fuochista, Renoir...), treni (Pablo, Generale, La testa nel secchio...) poi ci sono la bici di Girardengo, l'aereo che sta al cielo come le navi al mare, persino l'autotreno carico di sale.
Io un pezzo della mia vita l'ho fatto a bordo dei mezzi che FDG ha immaginato e sono contento che la mia anima abbia fatto tutti quei viaggi.

Ps Grazie MG, grazie D per il regalo.

Tutto e il contrario di tutto


"La favola della Cdl è finita, Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io al contrario di lui non cambio improvvisamente idea e posizione..." (novembre 2007)

Così tuonava Gianfranco '52 ben tre mesi fa. A me piace questo qui perché è uno coerente, dice le cose chiare sempre, non sta a fare tanti giri di parole: pane al pane e vino al vino. E la gente queste cose qui le apprezza, infatti tutti i sondaggi dicono che lui gode della fiducia della maggioranza degli italiani; è il politico più apprezzato soprattutto da quelli che non lo votano. A me piace perché difende la famiglia: come ha detto qualcuno, gli piace così tanto che ogni tanto ne fa una nuova. Bravo, io spero che continui così, a metterci la faccia e a non capire di chi è quella che vede ogni mattina riflessa nello specchio.

A proposito...

"Una pagina storica della politica italiana". Gianfranco Fini spiega cosi', al termine di un vertice con Silvio Berlusconi, il progetto del Partito del Popolo della Liberta" (febbraio 2008)

7 feb 2008

Io ballo da solo

Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini è "del tutto indifferente a queste tentazioni maggioritarie: se ciascuno andrà da solo, andremo da soli anche noi". Quindi, se Forza Italia vorrà andare da sola, l'Udc non si dispera e farà lo stesso.

Ecco, come avevo previsto WV è ormai opinion leader assoluto, domina la scena, tutti lo imitano, controlla il centrocampo, detta l'agenda. Il quadro politico è atomizzato: prima tutti insieme appassionatamente, adesso tutti soli a prescindere. Ma giungono voci che anche in altri campi la moda dilaga: Dolce non vuole più stare con Gabbana farà una linea gourmet e valorizzerà finalmente il suo cognome, Gabbana ha cercato Volta per diventare sponsor dell'Udeur. Persino Luca Cordero non vuole più stare con Luca Montezemolo. Insomma guardatevi dai vostri partner perché ormai la partita è cominciata.

Veltronando


Walter Topo Gigio Veltroni, diciamocelo, ha una bella voce. A me piace proprio ascoltarlo alla radio, ha un tono convincente, rassicurante, americano. E' un po' il nostro Obama juventino. Certo Barak vanta 6 anni in meno ed è decisamente più glamour, ha mezzo sangue keniota mentre il nostro ha origini slovene e la cosa a occhio nudo si vede. Delle sue frasi celebri mi rimarrà sempre impressa quella in cui ha sostenuto di "credere di non credere", una lezione di prudenza lessicale comprensibile visto il luogo in cui fa il sindaco attualmente e considerata l'incertezza intrinseca al tema escatologico. Un dubbio sussurrato con delicatezza, un "non penso atttualmente di essere certissimissimo che dio esista". Si sa infatti che le cose possono cambiare e Dalla, il cantante non la preposizione articolata, mi pare recentemente convertitosi a santamadrechiesa, ma forse ricordo male e invece è Giannimorandi '44, o forse Dallamorandi '43+'44.
Insomma quello che volevo dire è che WV, che c'ha un acronimo pessimo che richiama le auto tedesche, la guerra e il Maggiolino mica come JFK che sta andando bene anche come aeroporto tra l'altro, mi è piaciuto con questa storia di "andare da solo alla Camera", oddio io preferisco andarci almeno in due, però in effetti se non sai chi viene con te e meglio andarci da solo. Ed è pur vero che andare da soli al Senato, di questi tempi, con la gente che lo frequenta potrebbe essere pericoloso. Magari uno come Di Pietro che faceva il poliziotto o Emma Lupa de Lupis la lupa tanto Bonino, fossi in lui, me li porterei dietro se per caso si incontrasse un Porcellum. Però questa fase politica mi incuriosisce molto, la trovo addirittura avvincente. Una mossa, questa di andare al voto da soli, tanto ovvia quanto spiazzante in un paese in cui Pippobaudo (1936), ho letto, si appresta a presentare il Festival di Sanremo (io pensavo fosse già morto e invece poi ho approfondito e ho scoperto che sta in salute e fa ancora molti programmi finanziati col canone). Non dobbiamo quindi essere cattivi con WV, ma convincerlo a portare fino in fondo l'idea (rassicurandolo sul fatto che, se proprio si sentisse solo, dentro il PD ci sono così tante anime che una coalizione avrà sempre il tempo di farsela). Non è da trascurare poi che questo elemento di apparente masochismo ha fatto drizzare i capelli a Silvio '36 (come Pippobaudo) che adesso ha quasi la frangetta e quindi si è notato subito che non se lo aspettava. E allora come all'asilo ha detto "anch'io da solo!" perché non sopporta che poi gli dicano che è un prepotente e che vince facile 15 partiti+ le televisioni+Bagnasco&Ruini+Opus Dei+CL+Pato e Kakà contro WV. Io quindi penso che tutto sommato Clemente '46 ha fatto un mossa non così malvagia a far cadere Romano '39 che secondo me ne aveva le guance piene di stare lì a tirare la coperta un po' di qua e un po' di là, Sircana voleva andare on the road again a vedere come è il traffico la sera a Roma, KinderFerrero voleva andare in piazza ma non contro se stesso, non gli pareva furbo persino a lui e anche Ritalevimontalcini (1909) disertava da troppo tempo il torneo di bridge del circolo scienziati perché tutta l'Italia contava sulle sue notti a Palazzo Madama. Insomma i giochi non sono forse ancora fatti. Quando c'è vento il cielo muta presto. Obama docet.

6 feb 2008

Boselli for President


Oggi pensavo che, per questioni contingenti, la giornata non mi avrebbe offerto particolari occasioni di ilarità. Invece no. Devo convincermi che il nostro Paese, se ti metti nella giusta prospettiva, ti mette a disposizione una gamma ineguagliabile di risorse. La teoria è che siamo un inconsapevole palcoscenico per altre forme di vita, un Truman Show geografico che si dipana in una bolla spazio temporale che prendiamo ingenuamente come sistema di riferimento. La conferma dell'ipotesi mi è venuta guardando la foto a fianco. Questa istantanea (forse è un dipinto) raffigura al centro Enrico Boselli (1957) che non credo parente dei più illustri Franco e Dino, gemelli cestisti cresciuti nella gloriosa Billy Milano (una volta negli anni 80 ho incontrato sul metro 1 di Milano uno dei due non so chi visto che si assomigliano molto, ricordo come se fosse ora scese alla fermata Bande Nere). Poi a sinistra c'è il noto Gavino Angius (1946) una vita nel PCI, poi PDS, DS anche con cariche mica pizza e fichi come vice presidente del Senato e capogruppo dei DS (il capogruppo è tipo quello che tra gli scout si veste come gli altri ma è più alto e quindi suscita maggiore tenerezza) d'altronde in 20 anni di Parlamento è giusto fare un po' di tutto (job rotation). Gavino '46 mi ha colpito tanto perché dopo che la sua mozione (9%) al congresso di scioglimento dei DS di aprile non aveva convinto molti, ha dato vita in qualche ora (maggio) con il bellissimo Fabio Mussi (1948) alla Sinistra Democratica. Con logo e tutto, non si sono fatti mancare niente. Poi però la delusione: qualcosa non funziona tra i due, forse i baffi di Fabio '48 che irritano le labbra di Gavino, forse una stecca presa da uno dei due durante l'esecuzione fischiettata dell'Internazionale in un teso dopocena o forse uno screzio su chi dei due dovesse stare a sinistra nelle foto ufficiali. Comunque sia, la fine la conoscete: Gavino '46 entra nella Costituente Socialista vincendo l'ambìto premio "3-partiti-in-3-mesi". Ma più di tutti mi piace quello a destra, Villetti Roberto (1944). Osservate come è contento di essere lì, un po' notaio un po' sarto e diciamolo anche un po' portasfiga a vederlo bene. Bene è lui che oggi mi ha fatto ridere ed è lui che voglio ringraziare perché all'Ansa ha buttato lì, e lo immagino col sorrisetto di chi sa che sta dicendo qualcosa che segnerà un prima e un dopo nelle nostre vite: "Con Boselli candidato premier puntiamo al 4%". Roby grazie di esistere, noi ci vogliamo credere tutti insieme a questo bel sogno.

5 feb 2008

Pensieri Magri


Era tempo che pensavo di aprire un luogo per sperimentarmi nel ruolo di quello che parla da solo. Pensandoci bene, infatti, scrivere un diario, reale più che virtuale direi ora che lo sto inaugurando, e poterlo potenzialmente condividere è molto più chic che girare per le strade con grandi sacchetti in mano, fissando un punto indefinito e parlando a ruota libera senza che mai qualcuno ti regali più di un sorriso di compatimento. In tutta onestà io, certe volte, a questi matti che parlano senza aspettarsi che nessuno risponda ho sentito dire cose interessanti, molto più intelligenti di quelle che ad esempio dicono di solito persone ben vestite come (Tex) Willer Bordon o Pierferdinando Casini che è stato persino terza carica dello Stato (come la Pivetti del resto). Ecco perché mi sono convinto che avere uno spazio personale senza ambizioni o pretese, senza un interlocutore da compiacere o da rispettare (o magari dialetticamente da combattere) potesse migliorare la qualità e la nitidezza dei miei pensieri magri. Almeno credo.