19 feb 2008

Il tram dei Casini


Seguendo i saggi insegnamenti di Mitridate, ieri sera prima di andare a letto ho acceso la Tv pensando: la campagna elettorale è ancora lunga e quindi, per arrivare immune alla sfida finale nella guerra degli ONI (silvio+walter uniti nell'omoteleuto e forse non solo) occorre che ti succhi una minima dose di veleno nel percorso verso l'assuefazione. Quindi cerco come Raskolnikov la mia colpa e vedo cosa offre il menu dell'insetto indicibile su raiuno. Appaiono come due eterei efebi il Gigante Grissino, già immeritatamente noto come cicogna, e il Piercasini, Pier 55, l'opossum del centrismo, epigono del mitico Arnaldo Forlani, che si appresta a vivere, forse, la sua ottava legislatura. Quindi mi sono detto: 5 minuti 5 e poi a nanna. Già al 3' ero in crisi, messo ko dal Grissino che sembrava fatto di oppio, deve essere stato il suo viaggio in Birmania come inviato speciale dell'Ue, sembrava vedesse i porcellini rosa nella telecamera. Lo dico con dispiacere ma Vasco Rossi al festival di Sanremo nel 1983 (per chi se lo ricorda) al confronto sembrava più presente. Poi il Pier: se uno non avesse saputo dell'ultima svolta solitaria centripeta avrebbe pensato a un sosia. Si scaglia contro tutti, centrodestra, centrosinistra, la partitocrazia, le promesse elettorali, incredibile lui il capo (sulla carta) di Totòcuffaro58 un Savonarola impazzito immemore del suo ieri, anzi meno, del suo quarto d'ora fa. Penso per un attimo che è pazzo, poi penso che no, è semplicemente Pier 55 al Muppet Show della politica italiana e ne ho la conferma quando interrompe Barenghi che sta cercando di fargli una domanda e con la faccia delle grandi occasioni, dopo aver controllato che il pelo sulla testa sia a posto, parte con la frase clou della sua serata, quella che gli consentirà di superare lo sbarramento del suo quoziente intelletivo al 4%, "beh se mio padre avesse avuto le ruote io sarei un tram". No Pier, mi spiace il proverbio non è così, certe funzioni purtroppo non sono ereditarie

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