14 apr 2008
Z come Zorro
Non c'è più tempo per l'abecedario. Finisce qui l'avventura di queste settimane che comunque entreranno a fare parte del libro dei ricordi. Materiali d'annata per i nostri nipotini che più o meno annoiati ascolteranno le storie di ieri. Un libro il cui epilogio è già scritto, prima ancora che nella Storia nel DNA degli abitanti. L'anomalia, semmai, era la parentesi triste di due anni di governo che più di ogni altra cosa ha sottolineato la distanza tra il personale politico della sinistra e la realtà quotidiana delle vite e degli animi degli italiani. Ora tutto è in ordine, lo specchio ha ripreso a funzionare. Vediamo i peggiori protagonisti: i Bertinotti e via discorrendo hanno trovato nei risultati di queste ore una risposta corale alle loro provocazioni idealistiche o presunte tali, intanto gli operai votano a destra e i radical chic sono in montagna per il week end; i Boselli non meritano neanche un commento, i Casini si consolano con il patrimonio del suocero Caltagirone, ora hanno risolto i problemi per sempre. Quel che resta è un paese che conta circa un buon 70% di cittadini (inclusi parte della Margherita e il partito di Di Pietro che è un movimento di destra) che probabilmente non vuole sentire parlare di allargamento di diritti individuali, di accoglienza verso i più deboli, di società multietnica, di uno Stato laico, di libertà di ricerca. Siamo definitivamente fuori dall'Europa: abbiamo un megalomane pensionato come premier, un capopopolo che raddoppia i voti sbraitando, un ministro dell'economia che pensa ai dazi e tra poco vedremo le armate cattoliche abbattere anche la legge sull'aborto, pezzo a pezzo, dopo l'invasione dei fedeli medici obiettori negli ospedali pubblici (ovviamente non in quelli privati dove la morale si può mettere in stand-by per qualche euro). Non esistiamo più come comunità, c'è una corsa individuale al "si salvi chi può", dove l'idea di non pagare il bollo auto regala finalmente il senso tanto agognato di felicità e quella di pigliare a calci gli immigrati fa sfogare un po' la rabbia. In bocca al lupo a tutti, anche a Walter che ha parlato una lingua che pochi capivano ma che almeno da questo lungo viaggio potrà trarre il suo prossimo libro da riporre poi nello scaffale.
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1 commento:
caro MV, non per essere più pessimista di te, ma ti suggerirei di continuare a tenere questo blog: finchè avremo libertà di espressione ...è meglio approfittarne!
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