9 apr 2008

A come Ahhhlitalia

Siamo ormai entrati nell'ultima settimana pre-Calderoli ministro. Quindi si avvia alla chiusura anche questo blog politico-elettorale per pochi intimi (grazie comunque Giorgio per avermi amplificato nel tuo mirabile network). Vediamo di riassumere quindi alcuni temi riesumando il poco originale strumento dell'abecedario.


A - come Alitalia. Sorprendentemente è diventato l'argomento più trattato di queste settimane di molle campagna. Alla gente normale in realtà non gliene può fregare di meno, credo, di questa allucinante storia, ma qualcuno l’ha messa sul piano del sentimentalismo patriottico e quindi ognuno si è sentito in diritto di dire la propria (come se fosse la nazionale di calcio) circa una delle vicende più simboliche della storia recente d’Italia: la collusione tra potere politico, sindacati e corporazioni, un triangolo indecente che si è tenuto insieme finché la cassa purtroppo è rimasta quasi vuota. La boutade della cordata pre-elettorale è stata tragicomica e nessun commentatore ovviamente ha avuto alcunché da dire per non turbare il futuro padrone. Come sempre chez nous la questione non è stata affrontata dal punto di vista industriale ma da quello puramente finanziario, come se il mercato aereo fosse quello degli anni 50. Il problema purtroppo è invece manageriale (sono fallite compagnie ben più prestigiose della nostra come Sabena o Swissair, sono nate le low cost, gli aeroporti regionali, sono state liberalizzate le tratte intercontinentali) e quindi occorre che chi si assume il rischio di offrire servizi ad alta quota (ma anche a terra) sia in grado di decidere, su basi diverse da quelle dei diktat politici, quanta gente assumere, dove fare gli hub, quali aerei comprare, cosa sponsorizzare, ecc, cioè il contrario di quanto avvenuto finora. Sembra invece che la maggioranza degli interessati vogliano l’italianità, requisito che (ritorna come nella simpatica storia Fazio-Fiorani-Bpi e via discorrendo) serve innanzitutto per esercitare un potere (di ricatto o di risorse) verso qualcuno che prima o poi avrà bisogno di te, diciamo un assetto proprietario/gestionale “malleabile”. Ecco allora la cordata italiana, l’aviazione all’amatriciana fatta da faccendieri, fabbricanti di scarpe o editori che vede una nuova occasione per socializzare le perdite e privatizzare gli utili. Sono convinto che, se la vicenda Air France non si chiuderà a sorpresa entro qualche ora, la cordata si materializzerà davvero, Silvio36 si autonominerà padrino salvatore della bandiera tricolore. Noi invece, e insieme a noi le casse dello Stato, rimpiangeremo a lungo Prodi, Bersani e Padoa Schioppa. Il che è tutto dire.

2 commenti:

Giorgio ha detto...

A nome del mirabile ed impalpabile network, dico solo questo: non scherziamo.
Che Alitalia fallisca tranquillamente (come un qualsiasi Bossi pretenderebbe seduta stante, avvertendo pure l'impellenza di ruttare, se non fosse ormai un corpo solo con le poltrone del potere, al pari di un Mastella qualunque) ma il tuo blog non si tocca.
Io e Davidone rimarremmo orfani di buone letture e non si fa, specialmente se diventasse ministro Calderoli e neanche se - miracolo! - dovesse vincere Veltroni.

Massimiliano ha detto...

troppo gentile, farò come l'araba fenice allora...